Il camaleonte.
Il nome camaleonte viene dal latino chamaeleon, che a sua volta deriva dal greco χαμαιλέων, vocabolo composto da χαμαί «in basso, a terra» e λέων «leone», ed ha il significato letterale di «leone (che striscia) sulla terra» o «leone nano».
Le caratteristiche dei camaleonti.
I camaleonti sono rettili squamati appartenenti al sottordine dei sauri (lucertole) ben riconoscibili per gli occhi capaci di movimento indipendente, le zampe con chiusura zigodattila e sindattilia, perfettamente adattate alla vita arboricola, la lingua protrattile attraverso cui catturano la preda e la capacità di cambiare colore a seconda della temperatura, intensità della luce, stato d’animo e condizioni ormonali. Tutti i camaleonti provengono dal Vecchio Mondo: Africa, Medio Oriente, India, con circa metà delle specie originarie dal Madagascar.
Il camaleonte è un rettile arboricolo, per la forma, il corpo ricoperto di squame e la cresta che a volte presentano sul dorso sono stati spesso accostati ai dinosauri. Ha una coda prensile e arti, con dita dei piedi opponibili a coppie, conformati per garantire meglio la presa sui rami.
Gli occhi, molto sporgenti e coperti da una membrana protettiva, hanno movimento indipendente l’uno dall’altro. Possiedono una lingua muscolosa, lunga anche più dell’intero corpo, che possono “lanciare” contro le prede che rimangono incollate alla punta, spessa e vischiosa. I maschi si differenziano dalle femmine per corna più o meno vistose sulla punta del muso. Il colore, notoriamente, può variare, passando dal bluastro al verde al marrone scuro, fino a tonalità di rosso arancio e al rosa; la notte tende ad attenuarsi.
L’habitat del camaleonte.
La maggior parte delle specie di camaleonti si trovano in Africa (oltre il 40% nel solo Madagascar), sebbene vi siano camaleonti anche in alcune zone dell’Europa meridionale (Andalusia e Grecia), in Asia Minore e nel Medio Oriente, nella penisola arabica, nello Sri Lanka e in India. Nelle Hawaii e in Florida sono state introdotte dall’uomo popolazioni di camaleonti di Jackon.
I camaleonti sono specie principalmente arboree, ma possono anche vivere nei cespugli o (per le specie più piccole) nell’erba o nella lettiera delle foreste. Diverse specie di camaleonti si sono adattate a diversi habitat, dalla foresta pluviale e tropicale alla savana fino alle zone semi-desertiche e steppose.
La biologia del camaleonte.
Tutte le specie di camaleonti sono diurne, e principalmente attive al mattino e nel tardo pomeriggio. I camaleonti sono molto lenti nei movimenti, e accompagnano i loro passi con un caratteristico ondeggiamento avanti e indietro. Sono in grado di muoversi relativamente più veloci se cercano di sottrarsi allo sguardo di un potenziale predatore, ma sono cacciatori passivi, che rimangono immobili (anche per ore) in attesa di una preda di passaggio. Sono animali solitari e spesso aggressivi nei confronti dei loro simili, eccetto che ai fini dell’accoppiamento.
Il cambiamento di colore del camaleonte.
Alcune specie di camaleonti, ma non tutte, possono mutare il colore della pelle. Il fine primo del mutamento di tonalità non è la mimetizzazione, ma la manifestazione di determinate condizioni fisiche o fisiologiche, o di stati emozionali come la paura. Ad esempio durante i combattimenti assumono, in genere, tonalità più vivaci, come forma di minaccia nei confronti dell’avversario. Infine, influiscono sulla colorazione anche la temperatura e le condizioni di luce.
Il cambiamento di colore dei camaleonti è dovuto ad alcuni strati di cellule specializzate che si trovano sotto la pelle trasparente dell’animale. Le cellule poste nello strato superiore contengono pigmenti gialli e verdi. Quelle dello strato inferiore contengono una sostanza cristallina colorata detta guanina. Le guanofore (cellule della guanina) riflettono una parte della luce incidente, in particolare la luce blu o bianca. Se le cromatofore sovrastanti sono gialle, la luce blu riflessa produce un colore verde.
Sotto lo strato delle guanofore e delle cromatofore esiste un terzo strato di cellule melanofore contenenti melanina. Questo strato può scurire o schiarire i colori prodotti dagli strati sovrastanti.Nonostante sia credenza di molti che i camaleonti cambino colore per mimetizzarsi dai predatori, la vera ragione per questi cambi sarebbe il loro stato d’animo. Infatti, essi mandano segnali agli altri esemplari della specie attraverso il colore, ad esempio quando sono rilassati, i “cristalli di guanina” presenti nello strato che determina il colore sono a breve distanza tra loro e ciò favorisce un riflesso di luce blu, che unita alla pigmentazione gialla del sauro, dà come risultato il verde.
Se invece il camaleonte si trova in stato di eccitazione, per uno scontro o un accoppiamento, i cristalli si distanziano e fanno percepire ai nostri occhi un colore giallo-arancione.
L’alimentazione del camaleonte.
I camaleonti si nutrono generalmente di insetti, soprattutto locuste, mantidi e grilli, ma le specie più grandi arrivano a nutrirsi di piccoli uccelli. Contrariamente a un’opinione diffusa, la maggior parte dei camaleonti non mangia le mosche. In Africa tuttavia decine di specie si nutrono regolarmente della grande miriade di mosche che infestano gli insediamenti degli uomini, come ad esempio presso i mercati. Qualche specie, come il C. calytratus, si ciba occasionalmente di sostanze vegetali.
I giovani mangiano piccoli grilli, camole, mosche, drosofile, gli adulti grilli ed altri insetti. Il cibo fornito deve essere vivo, ma evitando di lasciare gli insetti liberi per la teca o la gabbia.
È importante integrare la dieta (soprattutto di femmine e giovani) con betacarotene e vitamina D3.
La riproduzione del camaleonte.
La maggior parte dei camaleonti depone uova. Le uova sono solitamente sepolte nel terreno, e vi rimangono per un periodo che può durare fino a 9 mesi. I camaleonti appena nati sono del tutto indipendenti. Alcune specie, come il camaleonte di Jackson, sono ovovivipare, cioè la femmina dopo la fecondazione tiene le uova dentro di sé fino al completo sviluppo degli embrioni.
Le specie allevate in cattività dei camaleonti.
Le specie più comunemente allevate e reperibili in commercio sono il Chamaleo caliptratus (Camaleonte dall’elmetto) e il Furcifer pardalis (Camaleonte pantera). Le specie nordafricane come il C. chameleon e il molto simile C. senegalensis che vengono spesso importate clandestinamente dai turisti in Marocco e Tunisia sono di difficile acclimatazione in cattività, sempre pesantemente parassitate e stressate e il più delle volte non sopravvivono a lungo.
Si raccomanda di acquistare solo animali nati in cattività, possibilmente direttamente dall’allevatore e solo dopo essersi documentati sulle particolari esigenze di questi animali.
Le abitudini dei camaleonti.
I Camaleonti sono delicati e poco propensi a essere maneggiati (se si sentono minacciati soffiano rumorosamente), richiedono esperienza e cure costanti.
Il terrario, arredato con piante e un fondo di carta, deve avere temperatura di 24-25 °C ed essere molto ben areato. Nell’impianto d’illuminazione devono essere inserite lampade UVB, necessarie per la produzione di vitamina D che fissa il calcio nelle ossa. Occorre mantenere un’umidità costante (attorno al 50%) ed è quindi necessario vaporizzare di frequente le piante.
Poiché il camaleonte in natura beve le gocce che trova sulle foglie (ci sono appositi beverini a goccia che rilasciano l’acqua, poco per volta) occorre usare solo acqua demineralizzata, come quella piovana.
Il camaleonte non vuole compagnia, se non per lo stretto indispensabile per l’accoppiamento (è oviparo, a parte il camaleonte nano del Natal che partorisce piccoli vivi).
Il terrario va pulito con cura e non bisogna lasciare feci e/o insetti morti a lungo sul fondo, poiché potrebbero causare il prosperare di batteri e muffe.
Il camaleonte è il nome che viene dato comunemente ai singoli rappresentanti dei Riptoglossi, gruppo omogeneo e circoscritto di Lacertilî nettamente distinti da tutti gli altri Saurî. I camaleonti sono una famiglia di rettili squamati appartenenti al sottordine dei sauri.
Sono contraddistinti da numerosi elementi peculiari: la capacità di variare colore per svariate funzioni, la lunga lingua retrattile e appiccicosa con cui catturano le prede, e i grandi occhi che possono ruotare l’uno indipendentemente dall’altro.
Tutti i camaleonti, circa un’ottantina di specie, rientrano nell’unica famiglia dei Camaleonti e, nella grande maggioranza, appartengono al genere Camaleonte. L’area di distribuzione è prevalentemente africana e il maggior numero di specie abita il Madagascar e le isole vicine.
Il Camaleonte comune è frequente però tanto sulle coste africane quanto su quelle asiatiche del Mediterraneo e si trova altresì in Europa, nell’Andalusia. Altre specie di camaleonti abitano Socotra, l’Arabia meridionale, l’India e Ceylon.
Le principali caratteristiche che distinguono i camaleonti.
E’ un animale diurno ma non mattiniero, esce dalla tana nel tardo mattino e nel tardo pomeriggio, per andare a caccia, molto lentamente, resta ore e ore immobili: è un cacciatore passivo e aspetta quasi che la preda gli entri in bocca! Il menu del Camaleonte è a base di insetti, i più apprezzati sono locuste, mantidi e grilli.
Privo di orecchie, ha occhi che sono indipendenti l’uno dall’altro, anche nella messa a fuoco: li fa ruotare a 360 gradi osservando il mondo in cerca di cibo per poi tirare fuori la lingua, lunghissima, e saziarsi contando su un muscolo appiccicoso con cui cattura gli insetti.
La caratteristica più spiccata e notevole dei camaleonti è la lingua claviforme e ricoperta di un secreto vischioso, nella sua porzione anteriore, la quale si continua alla base in una specie di sottile peduncolo, cilindrico ed elastico. Questo, tenuto normalmente in stato di contrazione può, a volontà dell’animale, distendersi subitaneamente per modo che la lingua viene proiettata fuori della bocca raggiungendo una lunghezza spesso uguale a quella di tutto il corpo.
I camaleonti hanno una lingua incredibilmente lunga (talvolta più lunga del loro stesso corpo) e sono in grado di estrofletterla molto velocemente, ed è cosparsa di una saliva particolarmente appiccicosa usata per catturare gli insetti. Non appena la preda viene colpita, viene ritratta e l’insetto viene rapidamente masticato dai forti denti del camaleonte (un piccolo camaleonte riesce a mangiare senza difficoltà anche una grossa locusta o una mantide).
Tipici ed esempio unico fra i rettili sono pure gli arti, non solo per la loro relativa lunghezza e gracilità, ma ancora più per la disposizione delle dita riunite, in ciascuna zampa, a formare due gruppi opposti uno di due e uno di tre dita: disposizione questa che richiama quella dei Pappagalli e di molti Picaridi e che, insieme con la coda lunga e prensile, si confà alla vita arboricola. La conformazione degli arti gli permette solo di arrampicarsi e lo rende inadatto alla corsa e al nuoto.
Gli occhi sono globosi, grandi e sporgenti, ricoperti da un’unica palpebra spessa con una fessura centrale capace di dilatarsi e di restringersi: possono essere girati in ogni direzione indipendentemente l’uno dall’altro.
Sono anche caratteri peculiari dei camaleonti il corpo compresso lateralmente, la pelle finemente granulosa-zigrinata, e i polmoni molto grandi e provvisti di numerosi diverticoli vescicolari che si estendono per tutta la cavità del corpo e permettono all’animale di gonfiarsi in maniera singolare, specie quando è irritato o soggetto a qualche emozione. La proverbiale capacità dei camaleonti di cambiare di colore non è esclusiva di essi, ma posseduta da altri Lacertilî talvolta in grado anche maggiore.
Sul camaleonte furono fitte però maggior numero di osservazioni e d’indagini e, se il complesso argomento relativo al vero determinismo del fenomeno può dirsi suscettibile di discussione e di ricerca, resta provato che la pelle cambia di colore tanto sotto l’influenza di modificate condizioni esterne, quali la luce e la temperatura, quanto in conseguenza di reazioni psichiche, quali la paura, la collera ecc.
Nel camaleonte comune si può osservare che il colorito verde, nelle sue diverse tonalità, prevale normalmente di giorno, il bianco e il giallastro di notte, il bruno e talvolta il nero compaiono piuttosto sotto l’azione diretta dei raggi cocenti del sole, o quando l’animale è, per qualche motivo, in stato di eccitazione.
Tutti i camaleonti si nutrono unicamente d’insetti, a preferenza di cavallette, farfalle e mosche, che catturano vive con abilità e prontezza sorprendenti valendosi della lingua. Il camaleonte manifesta pure una certa vivacità con il rapido e continuo roteare degli occhi che esplorano assiduamente l’ambiente intorno, ma per qualsiasi altro movimento è incerto, pigro e lentissimo. Gli occhi dei camaleonti rappresentano un caso unico nel mondo animale.
Possono ruotare e mettere a fuoco indipendentemente l’uno dall’altro; senza spostarsi, il camaleonte è in grado di osservare l’ambiente circostante a 360°. Quando punta una preda, il camaleonte rivolge verso di essa entrambi gli occhi. Gli occhi sono coperti quasi interamente dalle palpebre I camaleonti, nella grande maggioranza, sono ovipari e le uova, deposte sul suolo, richiedono sempre un periodo piuttosto lungo d’incubazione.
Il camaleonte comune sembra attraversare due periodi di letargo, uno invernale e uno estivo, durante i quali si nasconde nella sabbia. I camaleonti sono di dimensioni molto variabili; si va dai 3 a oltre 60 cm. Le dita servono al camaleonte come una tenaglia per afferrarsi saldamente ai rami.
Le zampe anteriori presentano due artigli sul dito esterno e tre su quello interno, nelle zampe posteriori questi numeri sono invertiti. I camaleonti non sono dotati di organo vomeronasale. Come i serpenti, non hanno orecchie. Di alcune specie, viceversa, risulta che comunichino attraverso vibrazioni nei rami e pare siano sordi.
Cambiano colore non semplicemente per mimetizzarsi con l’ambiente circostante. La maggior parte dei camaleonti ha una colorazione che ben si adatta all’habitat di appartenenza. Quando i rettili mutano aspetto, è in genere per distinguersi dallo sfondo, e spiccare agli occhi della potenziale partner.
I maschi che competono per una compagna, ingaggiano spesso lotte all’ultimo… colpo di colore. Guardando le variazioni cromatiche della loro pelle è anche possibile capire chi vincerà: gli esemplari che durante lo scontro hanno il capo più variopinto e colorato avranno la meglio. Il camaleonte si ciba principalmente di insetti vivi ma non disdegna alcuni ortaggi. Tra gli insetti più graditi segnaliamo i grilli, le tarme della farina, cavallette, ragni, scarafaggi, mosche e mosconi.
Tra gli ortaggi i preferiti sono il crescione e la lattuga. Un camaleonte allevato in cattività potrebbe necessitare di un integratore di calcio in polvere senza fosforo e di carotene. Questi integratori sono necessari per favorire la sintesi della vitamina D che in natura il camaleonte genera autonomamente con lunghe esposizioni alla luce solare.
Il camaleonte è un rettile diurno originario dell’Africa. L’ultimo censimento di questo animale annovera più di 200 specie, metà delle quali provenienti dal Madagascar. Le dimensioni variano dai 3 ai 60 cm di lunghezza, con coda arrotolata o distesa. Il peso varia di 50 gr ai 150 gr degli esemplari più grandi. A prescindere dal formato, tutti i camaleonti hanno testa piccola e crestata, piena di protuberanze, piccole corna ed escrescenze, soprattutto gli esemplari maschi.
Come si muove il camaleonte.
Le dita delle zampe anteriori e posteriori sono provviste di 2 artigli speculari a forma di pinza che consentono all’animale una presa salda e sicura sui rami. Anche la coda è prensile e viene utilizzata per dare maggiore equilibrio e sincronia al movimento. Può essere considerata a pieno titolo la sua quinta zampa. Permette di appendersi ai rami e, a differenza di altre lucertole, che possono sacrificare la coda in caso di pericolo, i camaleonti non possono separarsi dalla loro coda.Ciò che lo caratterizza maggiormente è il suo incedere lento e ondulatorio e l’espressione impassibile.
come caccia il camaleonte.
L’animale può rimanere immobile per ore in attesa della sua presa e sfoderare all’improvviso la sua micidiale lingua per catturare al volo una preda. Il merito è di una muscolatura molto sviluppata e di un muco viscoso che ricopre la superficie della lingua. Basti pensare che è 400 volte più appiccicosa della lingua umana. La sua particolare tecnica di caccia si basa su alcuni passaggi ben precisi, affinati nel tempo dell’evoluzione, per cui molto raro che il camaleonte perda il suo bersaglio.
L’uso della lingua e degli occhi.
La lingua serve per catturare la preda e può essere utilizzata esattamente come una catapulta. Si distende per una lunghezza superiore a quella dell’animale stesso, ad una velocità che può raggiungere anche i 6 metri al secondo, senza lasciare così scampo all’insetto prescelto per il pasto! Un’altra peculiarità del camaleonte sono gli occhi capaci di ruotare a 360° l’uno indipendente dall’altro. Ciò significa che la sua visuale è sempre totale e completa, ma una volta identificata la preda gli occhi si chiudono a fessura nella medesima direzione.
Come respira il camaleonte.
Questo rettile non ha orecchie, e come molti altri rettili utilizza l’organo vomero-nasale per l’udito e l’olfatto. Tuttavia, respira da due piccole cavità poste sulla cima del muso, e può trattenere il respiro anche per due ore.
Come si difende il camaleonte.
Grazie agli occhi tondiche si muovono in maniera indipendente, la sua visione è stereoscopica e consente di percepire la profondità di campo e attivare la lingua in maniera adeguata alla distanza da coprire con precisione millimetrica. In questo modo punta la preda o il nemico e agisce.
Come dorme il camaleonte.
Un po’ come il serpente, anche il camaleonte non ha orecchie. Tuttavia è in grado di percepire frequenze tra i 200 e 600 Hz e di comunicare con i suoi simili tramite vibrazioni sui rami a frequenze non udibili dall’orecchio umano. Sono animali diurni, che vedono male nel buio, quindi tendono a dormire immobili su di un ramo in cui si sentono al sicuro, nascosti da foglie. Essendo molto abitudinari, prediligono sempre lo stesso ramo.
come si riproduce il camaleonte.
Si tratta di un animale solitario, schivo che cerca la compagnia solo durante la stagione degli amori. La moltiplicazione della specie avviene tramite deposizione delle uova. Questi rettili raggiungono la maturità intorno ai 5 mesi. In cattività, possono riprodursi fino a 3-4 volte l’anno. Durante il rito del corteggiamento la femmina cambia colore e diventa relativamente scura, mentre il maschio assume colori più accesi. Dopo l’accoppiamento, il maschio e la femmina si separano.
La gestazione dura 3 settimane, dopo di che la femmina la femmina nasconde le uova (tra le 15 e le 60) in una buca sottoterra. Sei mesi dopo, i piccoli camaleonti sbucano sulla superficie già autonomi e indipendenti. La riproduzione avviene a gennaio, le uova vengono deposte a febbraio-marzo e si schiudono a novembre. I maschi vivono in media da 4 a 8 anni e le femmine da 2 a 4 anni. Una longevità di oltre 10 anni è stata segnalata nei camaleonti dello Yemen.
Il ciclo vitale del camaleonte.
Il ciclo vitale di questi rettili è simile a quello di alcuni insetti ed è il più corto di tutti i vertebrati terrestri finora conosciuti. Sono rettili molto delicati, e la principale ragione di morte è lo stress. Possono anche soffrire di disidratazione (la pelle è secca e gli occhi affondati) e di infezioni varie (oculari, della bocca o della lingua), che si traducono spesso in difficoltà respiratorie, perdite oculari, difficoltà di alimentazione. Inoltre, possono essere soggetti ad una malattia ossea dovuta alla mancanza di calcio e vitamina D3, dovuta alla bassa esposizione ai raggi ultravioletti. Ne conseguono tremori, arti piegati, caschi piegati, difficoltà di alimentazione e di movimento.
Possono avere anche ritenzione delle uova, stomatite e costipazione. Un camaleonte malnutrito o malato avrà una pelle molto pallida, anche bianca. Quando è morto diventa nero, così come un animale sano avrà colori vivaci. Potete rivolgervi ad un veterinario specializzato in animali esotici per curare il vostro rettile, se sospettate che stia male.
come e perchè si mimetizza il camaleonte.
Questo rettile è noto soprattutto per la sua straordinaria capacità di cambiare colore per mimetizzarsi. Così facendo riesce a confondersi perfettamente con qualsiasi superficie, nascondersi nelle foglie e diventare praticamente invisibile alla maggior parte dei predatori. Ciò che non tutti sanno, però, è che il camaleonte non si mimetizza tanto per difesa, quanto per esprimere un preciso stato emotivo (ricettività della femmina, percezione di un pericolo, presenza di un simile) o di salute, oltre che per la temperatura e la luminosità.
In particolare, l’umore innesca un processo chimico tramite il quale alcune cellule cromofore presenti nella pelle si pigmentano oppure riflettono la luce. I colori disponibili sono quattro: nero, blu, rosso e giallo. La pigmentazione è controllata dal sistema nervoso ed è in realtà, una forma di comunicazione. Se è tranquillo, assume la sua naturale colorazione verdognola, ma se è agitato o spaventato o desidera conquistare una femmina diventa rosso-arancio.
In stato di quiete la livrea della femmina è grigia, marrone, rosa o rossastra, mentre i maschi sono più colorati con pigmentazioni a contrasto che vanno dal blu, al verde e al giallo. Tutti hanno bande trasversali sul dorso (5 chiare e 5 scure), sulla coda e sugli arti, mentre delle strisce disposte a raggiera sono presenti sulla testa.
Il camaleontecome animale domestico.
Il Camaleonte è uno dei rettili più simpatici e belli da osservare, o per lo meno affascinanti vista la capacità di cambiare colore che rende questo animale celebre e spesso citato come metafora di trasformismo.
Appartenenti alla famiglia dei Sauri, i camaleonti hanno un nome che in greco significa ‘Leone di Terra’, come particolarità non hanno solo il colore “mimetico” della pelle, a seconda dell’ambiente circostante o dell’umore, ma anche altri tratti caratteriali meno noti. Ad esempio nella stagione degli amori, se le femmine diventano più scure, i maschi innamorati assumono una colorazione più brillante ma diventano molto aggressivi.
Il camaleonte domestico.
L’ambiente naturale dei camaleonti è l’Africa, in particolare il Madagascar e le regioni tropicali, ci sono esemplari anche in Europa meridionale, in Andalusia e Grecia, nello Sri Lanka, in India e in Asia Minore. Il Jackson arriva dalle Hawaii, oppure dalla California e dalla Florida. In generale si tratta di rettili abituati al clima della foresta pluviale e tropicale oppure della savana, ma anche della steppa.
Per parlare quindi di camaleonte domestico è doveroso chiedersi fino a che punto è il caso di chiudere in casa, in un clima “non suo” un rettile, anche se molto simpatico e caratteristico. Oltre ad essere piuttosto insensato, questo comporta anche un impegno affatto modesto perché va acquistata una teca riscaldata in cui imprigionarlo dandogli da mangiare alimenti che di certo non sono facili da reperire.
Chi decide di allevare un camaleonte in cattività ha quindi una grande responsabilità assicurando le migliori condizioni per una vita senza sofferenze.Numerose specie di camaleonti vengono venduti come animali domestici.
Il terrario per camaleonte.
Il terrario ideale per mettere a suo agio un camaleonte deve avere le seguenti caratteristiche:
Il costo di un terrario con queste caratteristiche non è quindi indifferente ma è una spesa che dovrete affrontare per assicurare il benessere del vostro camaleonte. Un terrario di qualità può però diventare un vero e proprio complemento di arredamento con un effetto decisamente piacevole, grazie alla luce e alle piante.
Dove comprare un camaleonte.
Molte persone si rivolgono al negozio più vicino di animali e rettili esotici. Sconsigliamo questo tipo di scelta perché quasi sempre finisce col finanziare il commercio dei camaleonti allevati a centinaia senza le cure di qualità di cui hanno bisogno. Meglio rivolgersi ad allevatori omologati dove possiamo vedere di persona come vengono cresciuti i cuccioli, con quali criteri vengono selezionati, con che frequenza si fanno accoppiare, in che tipo di vasche li fanno crescere, eccetera.
L’allevamento in cattività dei camaleonti.
L’allevamento in cattività è possibile solo se si conoscono con esattezza l’origine della specie che si desidera allevare e le caratteristiche del suo biotopo naturale. Ci sono infatti specie di facile allevamento, come i Calyptratus o i Pardalis, ed altre più rare e d’importazione che invece sono più complicate da gestire.
Nessun camaleonte è impossibile da allevare ma ce ne sono alcuni che richiedono condizioni ambientali più estreme e quindi attenzioni maggiori che un neofita difficilmente potrà avere. Nel tempo infatti molti camaleonti hanno pagato sulla loro pelle l’inesperienza nell’allevamento che generalizza per tutti i rettili le condizioni di cura: niente di più sbagliato.
Non agire quindi d’impulso ma documentati e preparati in anticipo pensando al tipo di teca per camaleonte e alla sua posizione nella tua casa, al cibo di cui ha bisogno (si tratta di alimenti vivi, costosi e difficili da reperire in qualsiasi momento), al veterinario specializzato in rettili che sia in zona (da tenere in conto che anche le sue parcelle saranno piuttosto salate), al fatto che qualcuno si dovrà occupare di lui quando andrai in vacanza.
Cosa mangia un camaleonte.
Il camaleonte si ciba principalmente di insetti vivi ma non disdegna alcuni ortaggi. Tra gli insetti più graditi segnaliamo i grilli, le tarme della farina, cavallette, ragni, scarafaggi, mosche e mosconi. Tra gi ortaggi i preferiti sono il crescione e la lattuga. Un camaleonte allevato in cattività potrebbe necessitare di un integratore di calcio in polvere senza fosforo e di carotene. Questi integratori sono necessari per favorire la sintesi della vitamina D che in natura il camaleonte genera autonomamente con lunghe esposizioni alla luce solare.
Quanto vive un camaleonte.
Alcune specie di camaleonte, se allevate a temperature costanti, hanno vita più breve e si ammalano più facilmente. In cattività possono vivere dai 2 ai 15 anni. Il camaleonte può soffrire diversi problemi alle ossa o altri tipi di malattie durante tutto l’arco della sua vita. Sarà quindi indispensabile portarlo spesso dallo specialista. È un animale schivo, a cui non piace essere toccato, perciò le rare volte che lo si deve maneggiare – ad esempio per portarlo dal veterinario – va sempre fatto in modo da arrecargli meno fastidio possibile.